Peacelink: “Possibile nesso fra diabete e diossine”

Ilva Taranto

ilvaTARANTO –  ”Oggi a Taranto si svolgono screening gratuiti contro il diabete nell’ambito della campagna ‘visitiamo la tua citta”. Cogliamo l’occasione per evidenziare un aspetto non ancora affrontato e discusso con la sufficiente attenzione: il possibile nesso fra diabete e diossine”. Lo sottolineano in una nota Alessandro Marescotti e Fulvia Gravame, di PeaceLink Taranto, i quali fanno presente che ”diversi studi epidemiologici hanno evidenziato una possibile correlazione fra esposizione alle diossine e insorgenza del diabete di tipo 2, che è il più diffuso. Nonostante ciò, gli effetti delle diossine sulla funzione secretoria delle cellule beta del pancreas non sono stati ancora studiati in maniera approfondita”. Gli ambientalisti, riferendosi alla vicenda Ilva, ritengono ”sia giunto il momento di avviare una strategia di prevenzione che si concentri anche sull’inquinamento ambientale e quindi sull’esposizione alle molecole che interferiscono con il sistema endocrino, come le diossine e i Pcb (Policlorobifenili), sostanze che, come è noto, entrano nel corpo umano soprattutto attraverso l’alimentazione”. In tal senso, Peacelink chiede di avviare ”una bonifica del territorio di Taranto, pesantemente contaminato dalle diossine” e di ”definire al più presto un marchio ‘Dioxin Free’ per i prodotti controllati”. (Ansa)

Inoltre, una delegazione dell’associazione ambientalista Peacelink ha depositato presso il Nucleo investigativo del comando provinciale dei carabinieri di Taranto un dossier che documenterebbe l’inquinamento del terreno e dell’aria a seguito delle emissioni dell’Ilva con riferimento allo scorso mese di aprile. ”Abbiamo anche consegnato – spiega in una nota Luciano Manna, che ha firmato il dossier – due campioni prelevati dal terreno in zona Mater Gratiae che attesterebbero un probabile inquinamento del terreno e della falda mettendo a rischio le piantagioni adiacenti”. Lo stesso dossier è corredato da supporti informatici, foto e video, che attestano le emissioni di ‘slopping’ (le nuvole rosse che si formano nell’area delle acciaierie) avvenute nello stabilimento Ilva di Taranto nelle prime due settimane di aprile. ”Tutto ciò – aggiunge Manna, che ha depositato l’esposto insieme al presidente di Peacelink Alessandro Marescotti – rileva l’importanza da parte dei cittadini di produrre qualsiasi prova che attesti evidenza concreta di inquinamento industriale ai danni del mare, del terreno, dell’aria e della salute dell’uomo”. (Ansa)

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