Ambiente: Grasso “16 miliardi all’anno fatturato ecomafie”

grassoROMA –  “La criminalità organizzata tra ha già da tempo messo le mani in affari, che possiamo definire ‘sporchi’ da un punto di vista formale e sostanziale, sfruttando la debolezza del sistema e la consolidata convinzione generale che i crimini contro l’ambiente siano reati ‘minori’. Una convinzione errata ed estremamente pericolosa a fronte dei dati recenti sul fenomeno, che parlano di un fatturato, solo in Italia, di circa 16 miliardi di euro all’anno e che coinvolgerebbe oltre 300 clan malavitosi. Sono solo stime approssimative, che danno però la misura dell’ampiezza del fenomeno, ormai emerso anche a livello transnazionale”. Lo ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso, nel suo intervento al convegno sul tema “Ambiente e legalità: verso gli ecoreati nel codice penale… Mai più Terre dei fuochi”, a Roma. “Grazie alle indagini della magistratura e delle forze di polizia, è ormai un dato acquisito l’interesse della criminalità mafiosa per il traffico e l’illecito smaltimento dei rifiuti pericolosi, per l’abusivismo edilizio, il saccheggio dei beni archeologici, il commercio illegale di specie animali e vegetali protette, i traffici nella filiera agroalimentare, gli incendi boschivi che quasi mai sono di origine spontanea – ha proseguito Grasso -. Con i proventi generati dall’illecito ambientale le mafie ottengono il duplice scopo di rafforzarsi e di ripulire enormi capitali illeciti investendoli nel tessuto economico e finanziario”. “La consapevolezza dell’importanza assunta dal settore dei rifiuti per la criminalità organizzata può essere tutta riassunta in poche parole, di straordinaria efficacia, pronunciate da un mafioso siciliano durante una conversazione intercettata: ‘Buttiamoci sui rifiuti: trasi munnizza e niesci uoru (entra immondizia ed esce oro)’ – ha sottolineato il presidente del Senato -. Ma, osservando l’evoluzione di questo mercato, vediamo che, accanto agli esponenti delle famiglie mafiose, il mondo dei rifiuti si è andato popolando sempre più di una varietà di soggetti che, nella gran parte dei casi, non dispone di un precedente criminale, ma che si collega con i criminali”.

“Imprese legali, rispettabili uomini d’affari, funzionari pubblici, operatori del settore dei rifiuti, mediatori, faccendieri, tecnici di laboratorio, imprenditori nel settore dei trasporti e così via, sono tutti soggetti inseriti nei gangli essenziali del mercato legale, ma che iniziano a fare dell’illegalità, della simulazione, dell’evasione sistematica di qualsiasi regola e della corruzione le regole ispiratrici della propria condotta – ha detto ancora Grasso -. Questo sistema lega ed ha legato il nord e il sud del nostro paese, rendendo tutti dolorosamente complici e vittime di una tragedia ambientale e sanitaria di cui pagheremo le conseguenze per generazioni. Tuttavia, proprio la diffusione di notizie sempre più inquietanti sui danni alla salute derivanti dall’inquinamento ambientale sta facendo per fortuna radicare nella coscienza sociale l’interesse per l’ambiente e la consapevolezza della imprescindibile necessità della sua preservazione. Ma non basta. Occorre intensificare l’attività di prevenzione e impegnarsi nella repressione decisa e convinta dei troppi illeciti che ledono quotidianamente ed irreparabilmente l’integrità del nostro ecosistema”. “Da molti anni il Parlamento sta esaminando l’introduzione dei delitti ambientali nel codice penale ma non è ancora stato possibile raggiungere il risultato – ha spiegato la seconda carica dello Stato -. Tuttavia c’è più di una speranza che nel corso di questa Legislatura si possa finalmente ottenere una disciplina pregnante e al tempo stesso semplice e concentrata”.

“A tal proposito, i tre disegni di legge presentati alla Camera dei Deputati e già approvati in testo unificato, unitamente ad altri tre disegni di legge, stavolta presentati al Senato, tutti volti all’introduzione nel codice penale dei delitti contro l’ambiente sono attualmente in corso di esame presso le Commissioni Riunite 2a e 13° del Senato. Come già detto in altre circostanze, il mio ruolo istituzionale non mi consente di entrare nel merito dei provvedimenti, ma ribadisco tutto il mio impegno in materia, nell’ambito delle mie prerogative, affinchè l’iter sia rapido, e porti a quei risultati che da tanti anni tutti noi invochiamo”, ha detto infine Grasso, spiegando come serva “un approccio strategico diverso. La tutela dell’ambiente in passato è stata considerata troppo a lungo come un costo aggiuntivo, un intralcio alla produzione e alla crescita. Non è così. Al contrario, può rappresentare un’importante leva di sviluppo, soprattutto nell’attuale contesto di crisi economica e finanziaria. Gli interventi di stimolo dell’economia possono e devono prevedere misure volte alla conservazione e al miglioramento del patrimonio ambientale del Paese, perchè tutelare l’ambiente significa tutelare il nostro Paese, i nostri figli, le generazioni che verranno, e perchè preservare l’ecosistema significa creare opportunità di sviluppo e di riconversione che non possiamo farci sfuggire”. (Italpress)

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