Ilva, mancato accordo sui vigilantes

Ilva - cordate incontrano sindacati

ILVA: IN FABBRICA S'INCONTRANO FERRANTE-SINDACATITARANTO – Si è concluso con un nulla di fatto l’ultimo incontro svolto ieri tra Ilva e sindacati metalmeccanici in merito alla riorganizzazione del servizio di vigilanza all’interno dello stabilimento siderurgico dopo l’avvio, da parte dell’azienda, della procedura di mobilità per 57 dei 179 addetti totali. A differenza delle altre volte però, non ci sarà nessun nuovo incontro tra le parti. Questo vuol dire che in base alle legge 223 del 1991 sulla mobilità, trascorsi i 45 giorni previsti (la procedura è stata comunicata dall’azienda lo scorso 5 marzo) la vertenza si trasferirà alla Direzione provinciale del Lavoro, che avrà a disposizione altri 30 giorni per affrontare la vicenda e provare a trovare una soluzione.

Ieri l’azienda ha provato anche a chiedere la sottoscrizione di un verbale di mancato accordo, ma i sindacati metalmeccanici hanno rifiutato perché ciò avrebbe comportato per legge la perdita dei 45 giorni previsti dalla legge, tempo entro il quale entrambe le parti proveranno a trovare un’intesa all’esterno dell’azienda, al momento difficile da raggiungere.

Come riportato nei giorni scorsi infatti, l’Ilva vorrebbe tornare alla riorganizzazione di quando l’azienda era a gestione pubblica, scorporando le funzioni tra coloro che sono adibiti a compiti di sorveglianza e custodia del patrimonio aziendale e coloro che sono addetti al trasporto interno e alla conduzione dei mezzi aziendali tra cui i bus che fanno la spola, al cambio turno, tra portinerie e impianti. Il problema nasce soprattutto a fronte del fatto che gli autisti sono pochi e ciò comporta non poche problematiche agli operai, che spesso e volentieri arrivano tardi sul posto di lavoro e nei vari reparti, oppure finiscono col perdere i pullman che li riporta in città e nei paesi della provincia ionica dove risiedono. Ma da parte dell’azienda c’è anche la volontà di rompere con certe pratiche permesse dalla gestione Riva, dove è successo di tutto non solo nella mala gestione degli impianti e della produttività a scapito della salute dei lavoratori e dei cittadini oltre che dell’ambiente circostante.

E se Fim Cisl e Uilm Uil hanno mostrato sin dall’inizio della vertenza l’intenzione di raggiungere con l’azienda un accordo quanto prima, e l’USB ha aperto allo scorporo soltanto nella riunione di ieri, la Fiom Cgil, dopo aver chiesto nei vari incontri di entrare nel merito del riassetto proposto chiedendo informazioni chiare su personale effettivo servirà per l’attività di sorveglianza e quante unità per reparto serviranno e quante unità bisognerà invece assegnare al servizio di trasporto interno (inoltre è stato anche chiesto di conoscere il numero delle postazioni per i due servizi e il numero di pullman da assicurare), ha posto il problema del verbale di conciliazione che l’azienda ha chiesto venga sottoscritto da ogni singolo lavoratore dei 57 per cui è stata annunciata la mobilità (anche se la proposta è stata presentata ieri ai sindacati soltanto come bozza di accordo). In pratica, qualora il lavoratore non voglia fare l’autista, l’azienda può decidere di ricollocarlo in altri reparti del siderurgico. La mancata accettazione da parte dell’operaio di questa seconda opzione, porta direttamente al licenziamento dello stesso. Cosa che si vuole evitare accada in tutti i modi. La vicenda, dunque, è alquanto complicata e controversa. 

Gianmario Leone (TarantoOggi, 19.03.2014)

IERI BONDI A PALAZZO CHIGI

Il commissario governativo del gruppo Ilva ed ex commissario alla spending review, Enrico Bondi, è stato ricevuto ieri a palazzo Chigi. Commissario dell’Ilva dall’aprile 2013, Enrico Bondi era stato nominato commissario per la spending review dal governo presieduto da Mario Monti. Di più non è dato sapere sull’incontro di ieri tra Bondi e il premier Matteo Renzi. Nei prossimi giorni ne sapremo certamente di più. 

PATRICA, MANIFESTAZIONE DI PROTESTA

Manifestazione di protesta l’altra mattina da parte dei lavoratori della Ilva di Patrica indignati per l’annuncio della proprietà, di chiudere la storica fabbrica metalmeccanica ciociara. Circa 30 dei 70 lavoratori hanno annunciato la protesta ad oltranza fino a quando non si sarà un incontro al ministero dello Sviluppo Economico per cercare di scongiurare la chiusura. I 70 lavoratori sono attualmente tutti in cigs fino a maggio. La proprietà ha annunciato a fine cassa integrazione di mettere in mobilità, quindi licenziare tutte le maestranze del sito ciociaro.

 

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