Ilva, lavoratori sui tetti della direzione aziendale

sede ilvaTARANTO – E’ in atto da questa mattina lo sciopero indetto dalla Usb all’Ilva di Taranto. Una nota del sindacato informa che già all’alba decine di lavoratori hanno bloccato le vie di accesso allo stabilimento per poi trasferirsi presso gli uffici della Direzione. Un gruppo di delegati Usb e di lavoratori sono saliti e hanno occupato i tetti della Direzione “per manifestare con forza gli abusi e gli atti illegittimi che continuano ad essere perpetuati dentro e fuori la fabbrica”. Secondo il sindacato “e’ vergognoso che dopo quanto accaduto, l’ultima vicenda giudiziaria riguardante i ‘fiduciari’ della famiglia Riva lo testimonia, il ‘super commissario’, i sotto commissari, i capi e capetti non hanno dato un minimo segnale di discontinuità con il passato. E’ ancora piu’ vergognosa la ‘latitanza’ della Politica, delle Istituzioni e delle ‘elefantiache centrali sindacali’, silenti o complici, anche di fronte ad una situazione che oggi rischia addirittura di peggiorare la drammatica condizione sanitaria ed ambientale con la costruzione delle discariche” (Il Velino).

IL LINK PER CONOSCERE LE RAGIONI DELLA PROTESTA: http://www.inchiostroverde.it/news/ilva-sciopero-usb-in-risposta-a-licenziamento-attivista.html

COSA DICE L’ILVA – A Marco Zanframundo, dirigente del sindacato di base, il cui licenziamento ha provocato proteste di oggi all’Ilva di Taranto, l’azienda contesta una ”gravissima condotta che, a causa della sua negligenza, avrebbe potuto nuocere gravemente alla sua stessa incolumita’ fisica e a quella altrui”. Lo si legge nella lettera di licenziamento, datata 3 settembre, nella quale l’Ilva afferma che l’operaio del comparto ferroviario, ha mancato di effettuale la prova freno quando la mattina del 9 agosto ha agganciato al locomotore, di cui era alla guida, un convoglio di sette vagoni. Poi ”in occasione del trasferimento” del convoglio ”dopo aver impegnato il tratto di binario di discesa adiacente la portineria C (ove e’ presente una pendenza del 10% circa), azionava mediante radiocomando il freno per diminuire la velocita’. Tuttavia – prosegue la missiva indirizzata al dipendente – l’insufficiente pressione nella condotta generale del convoglio”, legata alla mancata verifica preliminare ”per controllare che in tutti i vagoni del convoglio vi fosse pressione sufficiente per azionare l’impianto frenante”, ”determinava un pericoloso quanto rilevante aumento dello spazio di frenata”.

 LA NOTA DELLO SLAI COBAS –  ”L’azienda con questo licenziamento vuole dare un segnale di intimidazione a tutti gli operai. Per questo il rientro di Marco e’ interesse di tutti gli operai per difendere il loro diritto di alzare la testa e il diritto alla sicurezza sul lavoro”. Afferma in una nota lo Slai Cobas, che aggiunge: “‘A fronte di questo licenziamento tutte le organizzazioni sindacali, se fossero tali, dovevano chiamare allo sciopero indipendentemente dalla tessera sindacale. Invece oggi non lo hanno fatto e, anzi, hanno fortemente dissuaso gli operai dallo sciopero. Questo e’ vergognoso. Cosi’ come e’ stato ed e’ complice il loro atteggiamento sulla sicurezza”. Secondo il sindacato di base, ”Bondi, per conto di Riva e governo, mentre altri arresti eccellenti vengono fatti del comando occulto in fabbrica, vuole riprendere il pieno controllo della situazione e ristabilire il comando di fabbrica per attuare ristrutturazione e tagli, e senza una reale messa a norma”. Il licenziamento di Zanframundo, viene osservato, ”e’ un primo passo in questa direzione. Per questo deve essere contrastato da tutti nell’interesse di tutti”.

 

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