Legge “Salva Ilva”, il gip invia atti alla Consulta – “Violati 17 articoli della Costituzione”

TARANTO – Il  gip Patrizia Todisco ha accolto la richiesta della Procura sollevando la questione di legittimità costituzionale della legge 231 ‘Salva Ilva’ e inviando gli atti alla Consulta. Ricordiamo che la settimana scorsa il Tribunale di Taranto, in funzione di giudice dell’appello, aveva sollevato dubbi di costituzionalità della legge 231 rimettendo gli atti alla Consulta e sospendendo il giudizio in attesa della decisione della Corte costituzionale. Rimane quindi sotto chiave l’acciaio sequestrato lo scorso 26 novembre. Si tratta di 1,7 milioni di tonnellate di acciaio prodotto nei quattro mesi in cui gli impianti dell’area a caldo del siderurgico erano sotto sequestro senza facoltà d’uso.

GIP: VIOLATI 17 ARTICOLI DELLA COSTITUZIONE – Secondo il gip Todisco la legge ‘Salva Ilva’, con gli articoli 1 e 3, si pone «in stridente contrasto con il principio costituzionale della separazione tra i poteri dello Stato». Gli articoli violano 17 articoli della Costituzione, scrive il gip nell’ordinanza con la quale ha sollevato questione di legittimità costituzionale della legge. Gli articoli 1 e 3 della legge 231 consentono all’Ilva la continuazione dell’attività produttiva e la commercializzazione dei prodotti finiti e semilavorati, compresi quelli realizzati prima del loro sequestro. Per la Todisco questi due articoli violano «gli articoli 2, 3, 9 comma 2, 24 comma 1, 25 comma 1, 27 comma 1ø, 32, 41 comma 2ø, 101, 102, 103, 104, 107, 111, 112, 113 e 117 della Costituzione».

NUOVA ISTANZA DELL’ILVA – Questa mattina il presidente dell’Ilva Bruno Ferrante ha presentato un’istanza alla Procura della Repubblica di Taranto con la quale chiede la revoca del provvedimento di sequestro preventivo disposto in data 22 novembre 2012, con l’impegno di destinare le somme ricavate dalla commercializzazione del prodotto sequestrato alle opere di ambientalizzazione previste dall’Aia, alla remunerazione delle maestranze e a quanto altro necessario per la sopravvivenza dell’azienda. Secondo l’azienda “il Garante nominato dal Governo per l’attuazione dell’Aia avrà a disposizione i più ampi poteri per verificare il rispetto degli impegni da parte dell’azienda”.

FABIO RIVA IN LIBERTA’ VIGILATA  – La Gran Bretagna ha confermato alle autorità italiane di aver bloccato a Londra Fabio Riva, vice presidente di Riva Fire, latitante dello scorso 26 novembre. Riva è stato rilasciato dopo il pagamento di una cauzione di 10.000 sterline. L’iter per l’estradizione si annuncia lungo: dai 40 ai i 60 giorni. Sul vice presidente di Riva Fire pendeva un mandato di arresto internazionale. Queste le accuse contenute nell’ordinanza emessa dal gip Todisco: associazione a delinquere, concorso aggravato in una serie di reati ambientali e in corruzione in atti giudiziari e falso nell’ambito dell’inchiesta denominata ‘Ambiente svenduto’. All’imprenditore è stato ritirato il passaporto.


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