L’Ilva e le penne sporche, è arrivato il momento di fare pulizia?

“Ora che l’inchiesta è conclusa e la documentazione è divenuta pubblica, l’Ordine potrà  entrare in possesso delle carte necessarie a valutare l’eventuale avvio di procedimenti disciplinari”. Lo scrive il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Puglia, Paola Laforgia, annunciando la convocazione per venerdì prossimo (30 novembre) di una riunione straordinaria del Consiglio in relazione all’inchiesta sull’Ilva di Taranto. Al centro dell’attenzione ci saranno le ipotesi di coinvolgimento di alcuni giornalisti in un sistema creato dall’azienda per addomesticare le notizie sulle attività  inquinanti del siderurgico. L’Ordine sottolinea che “già nei mesi scorsi, non appena sono trapelate le prime notizie su un possibile coinvolgimento di giornalisti in attività non in linea con le regole deontologiche della categoria, ha scritto alla Procura di Taranto chiedendo l’invio degli atti”.

E ora ci attendiamo che l’Ordine abbia davvero il coraggio di usare la mano pesante contro coloro che si sono resi protagonisti di trame a dir poco disgustose con l’apparato Ilva. Basti pensare che l’ex caposervizio di un giornale locale ha persino pubblicato articoli attribuiti ad un inesistente esperto ambientale, dietro al quale si sarebbe nascosto Girolamo Archinà, responsabile delle pubbliche relazioni Ilva. Ma questo è soltanto un episodio. L’ordinanza del gip Patrizia Todisco, emessa nell’ambito dell’inchiesta Ambiente  Svenduto, svela altri retroscena raccapriccianti che rappresentano un autentico oltraggio nei confronti dei lettori e di tutti i giornalisti liberi e onesti, la cui professionalità va sempre più salvaguardata. E’ arrivato il momento di dare il benservito a chi ha fatto della disinformazione una pratica quotidiana. Di danni, le loro penne sporche, ne hanno già fatti troppi.

Alessandra Congedo

 

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