Ilva, oggi nuovi incontri

Foto di Peppe Carucci

TARANTO – Questa mattina i segretari provinciali di Fim, Fiom e Uilm incontreranno negli uffici del siderurgico il presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante, e in un secondo momento i custodi giudiziari. I sindacati hanno sollecitato questo nuovo incontro perché temono ripercussioni sul piano occupazionale dopo che i custodi giudiziari degli impianti dell’area a caldo sequestrati hanno bocciato, sul piano tecnico, alcune delle proposte per il risanamento degli impianti avanzate dall’Ilva, fornendo indicazioni diversesulla questione dei parchi minerali (come la bagnatura dei cumuli 24 ore su 24 o la riduzione degli stessi del 20% della loro altezza).

Il problema riguarda infatti il blocco del parco minerali disposto dai custodi giudiziali: eccetto le operazioni in corso e le deroghe che i custodi potranno concedere, all’Ilva è stata intimata l’“immediata sospensione del carico di materie prime in ingresso allo stabilimento”. Nella mente dei custodi, più che lo spostamento dell’area parchi (di difficile realizzazione oltre che collocazione in altra zone del siderurgico), vi è la copertura degli stessi: uno degli incubi peggiori per il Gruppo Riva, che mai e poi mai accetterà una soluzione del genere vista l’ingente mole dell’investimento previsto. Eppure dalle istituzioni ai sindacati, dagli ambientalisti ai movimenti civici, tutti si vogliono illudere del contrario, perché non si ha il coraggio di dire a chiare lettere che l’Ilva a Taranto non deve più esistere.

E quindi tutti dietro alla magistratura, o meglio al gruppo di custodi, a cui abbiamo affidato il duplice compito di perseguire i reati e di dirci cosa dobbiamo fare del nostro futuro. Pensate ad esempio a cosa accadrà stamane, quando i custodi si troveranno di fronte i segretari generali dei sindacati metalmeccanici, che chiederanno loro se le disposizioni sul blocco del rifornimento del minerale potrebbe comportare eventuali ripercussioni in termine di esuberi: siamo alle barzellette. Così come provate ad immaginare cosa accadrà nell’incontro tra Ferrante e sindacati: davvero quest’ultimi avranno il coraggio di dire all’azienda che “deve” coprire l’intera area parchi? Stentiamo a crederlo. Ma oramai dalle nostre parti, tutto può succedere: staremo a vedere.

Intanto, sempre questa mattina, in Aula alla Camera riprenderà l’esame del decreto legge per “il risanamento ambientale e la riqualificazione del territorio della città di Taranto”. Sempre questa mattina dovrebbero iniziare le votazioni sugli emendamenti al testo. Il rinvio è stato dovuto dal fatto che nel pomeriggio di ieri, per oltre due ore, sono andati avanti gli interventi dei deputati della Lega Nord sul complesso degli emendamenti. Poi l’Aula, su richiesta del deputato del Pd, Roberto Giachetti, per porre fine all’ostruzionismo del Carroccio, ha deciso di chiudere in anticipo il dibattito per passare all’esame del provvedimento nel complesso ed accelerare l’iter del decreto. La proposta di Giachetti è stata subito messa ai voti ed è passata con 403 sì e 67 no, tra cui quelli della Lega Nord e dell’Idv. Gli astenuti sono stati tre.

L’equivoco di fondo è che a Roma, i deputati italiani a cominciare da quelli della Lega Nord, sono convinti che con quei soldi il Governo aiuti il Sud a discapito del Nord, oltre che l’Ilva, finanziando fondi per lavori di bonifica che invece avrebbe dovuto fare la proprietà del siderurgico. Insomma, i politici dimostrano ancora una volta di non conoscere per nulla i problemi e le realtà del paese che amministrano. Il Pdl accusa la Lega di “tagliare il ramo su cui è seduta. Quello stabilimento é indispensabile non solo a Taranto, ma al’industria italiana e quindi alla struttura produttiva del Nord. La sua chiusura determinerebbe la perdita di un punto di Pil a Taranto, ma di 2,5 punti sostanzialmente al Nord, con un valore complessivo stimato in 50 miliardi”.

La Lega, che accusa il governo Monti di “razzismo”, replica affermando che qualcuno “dovrebbe spiegare al Pdl che il decreto che stiamo per votare non riguarda minimamente l’Ilva. Evidentemente, distratti dal lungo periodo di vacanza, non hanno trovato il tempo di leggerselo”. Anche il Pd contesta l’ostruzionismo delle Lega Nord contro il decreto Ilva definendolo “insopportabile e vigliacco. La Lega sta dimostrando ancora una volta che non ha a cuore gli interessi dei lavoratori e degli imprenditori di tutta Italia”. Come si può notare, di Taranto, dei problemi dovuti all’inquinamento prodotto dal siderurgico negli ultimi 60 anni, delle malattie, delle migliaia di morti, di settori devastati dalla grande industria come la mitilicoltura e l’allevamento, non parla nessuno. Perché semplicemente non interessa. L’importante è salvare la produzione dell’acciaio italiano.Salvare l’Ilva e l’amico Riva. Peccato però che come i nostri sindacati, anche i politici nazionali non hanno affatto letto il provvedimento del GIP Todisco, né le motivazione del Riesame: il siderurgico non ha facoltà d’uso per produrre. Potrà tornare a farlo solo e soltanto se farà tutti i lavori che gli imporrano i custodi. Altrimenti non tornerà a produrre: non la salverà né un decreto legge, né una nuova AIA.

Gianmario Leone (dal TarantoOggi del 12 settembre 2012)

 

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