Caro Babbo Elettorale – Parole in libertà

Caro Babbo Elettorale,

sono molto curiosa di conoscere i candidati e i programmi delle varie liste in competizione per le Amministrative. Nell’attesa, però, mi permetto di esprimere qualche desiderio. Tanto per cominciare spero di vedere, nel prossimo futuro, consiglieri comunali in grado di appassionarsi alle questioni ambientali,  autenticamente animati dalla curiosità e dalla voglia di rendersi utili alla comunità che rappresentano.

Troppe volte, caro Babbo Elettorale, mi è capitato di assistere a spettacoli indecenti. Alcuni consiglieri si presentavano in commissione Ambiente solo per firmare il foglio delle presenze. Delle vere e proprie meteore pronte a dileguarsi, completamente disinteressate a ciò che avevano da dire gli esperti chiamati a relazionare su questioni cruciali per il territorio come la nuova Centrale Enipower, il progetto Tempa Rossa, gli effetti sulla salute umana delle emissioni prodotte dalla grande industria.

In pochi si mostravano realmente coinvolti. Altri, invece, restavano nella sala rinioni con l’aria di chi ha ben altro nella testa, attratti più dalle lancette dell’orologio che dagli argomenti trattati. Oltre a provare disagio per la loro “pochezza”, ho provato tutta l’angoscia di chi non si sente rappresentato. Eppure, ne sono convinta, molti di questi signori “distratti” e “annoiati” torneranno ad occupare lo stesso posto in Consiglio Comunale. Basterà riaprire una sede elettorale, sfoderare l’ineffabile sorriso ed elargire qualche promessa per varcare la soglia di Palazzo di Città.

E’ con questo pensiero inquietante, caro Babbo Elettorale, che ti rivolgo il mio appello: fai crescere la consapevolezza negli elettori tarantini, tienili distanti da chi scopre la lotta all’inquinamento solo in campagna elettorale. Accendi quelle splendide lampadine che rendono gli uomini e le donne “esseri pensanti”. Spegni quelle sirene che conducono verso il baratro. Lo so, forse ti chiedo un miracolo e tu non sei neanche Dio,  ma ogni tanto fa bene affidarsi a una sana (e folle) ingenuità.

A. C.

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