Impianti a biomasse, un esperto scrive a Monti: «C’è una truffa a cui porre fine»

Egregio prof. Monti,
ho l’impressione che Lei sia la persona adatta per porre fine ad una vera e propria truffa che da diversi anni si sta attuando a danno di tutte le imprese e le famiglie italiane: la tassa del 7% sui consumi elettrici per sovvenzionare (teoricamente) le fonti di energia rinnovabile.

Sottopongo alla Sua attenzione e a quella del suo ministro all’ Ambiente, dr. Clini, l’opportunità di abolire subito tutti gli incentivi (Certificati Verdi) attualmente dati a chi produce elettricità bruciando direttamente “biomasse”. Questa scelta non è affatto “ecologica”, come in apparenza può sembrare e si vuol far credere.

Le analisi dei cicli di vita hanno ampiamente dimostrato che bruciare biomassa che occorre coltivare e trattare, aumenta le emissioni di gas serra (come Paese dovremmo ridurle del 20% entro il 2020) e le poche misure ad oggi disponibili fatte al camino di centrali a biomasse, confermano che le biomasse sono il peggior combustibile di cui possiamo disporre, sia dal punto di vista energetico che ambientale, con elevate concentrazioni di polveri fini ed ultrafini nei fumi inevitabilmente così prodotti, concentrazioni nettamente maggiori, a parità di energia, di quanti se ne producono utilizzando il metano.

Grazie al sicuro e facile guadagno garantito dai certificati verdi, in Italia stanno entrando in funzione centinaia di centrali elettriche alimentate con cippato di legna, paglia e oli vegetali, in molti casi oli provenienti dall’ Africa e addirittura dall’Indonesia. L’effetto di questa scelta, niente affatto obbligatoria, è un netto peggioramento della qualità dell’aria e della salute dei cittadini che hanno la sfortuna di vivere nelle vicinanze di questi impianti.

Dato che senza sovvenzioni pubbliche nessuno di questi impianti riesce a stare sul mercato, con l’abolizione della loro quota di certificati verdi si può, da una parte, alleggerire la bolletta della luce di famiglie e imprese, ad esempio portando la tassa per i Certificati Verdi dal 7 al 5%  e dall’altra dirottare la restante quota dei prelievi sottratte alla combustione delle biomasse (comprese quelle presenti nei rifiuti urbani) ad incentivare un intelligente uso energetico delle biomasse stesse, quale quello della trasformazione biologica in metano di biomasse di scarto quali residui agricoli, fanghi di depurazione di acque e scarti di cucina.

A nostro avviso, con questi denari, un suo apposito decreto dovrebbe sostenere finanziariamente la realizzazione di impianti di trattamento anaerobico di questi scarti (nessun incentivo all’utilizzo di prodotti agricoli primari come l’insilato di mais) ed in particolare d’ impianti di depurazione del biogas prodotto, in modo che il biometano così ottenuto, sia compatibile con la rete di distribuzione del gas.

Questa scelta, in Europa già operativa, risolve brillantemente il problema dei rifiuti urbani biodegradabili, ha un impatto ambientale basso e comunque uguale a quello attuale con l’uso domestico e industriale del metano, permette il recupero integrale (calore e elettricità) del potenziale energetico delle biomasse, permette a costo zero di realizzare forme di teleriscaldamento anche per abitazioni molto distanti dall’impianto, alleggerisce la bilancia commerciale per evitato acquisto di gas libico o siberiano, rende energeticamente indipendenti gli agricoltori, ci permette di risparmiare importanti quantità di gas serra ed evitare le multe che in caso contrario ci darà l’Europa.

Infine il minore inquinamento indotto, molto probabilmente, ridurrà il numero di ricoveri ospedalieri per i numerosi effetti sanitari prodotti dalle polveri sottili, un altro piccolo contributo a ridurre il deficit del nostro Paese.

Dott.Federico Valerio (Chimico ambientale)

Fonte: http://federico-valerio.blogspot.com/2011/12/caro-monti.html

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