Disastro ambientale e sanitario, attenzione alta tra i militari. La risposta dei vertici nazionali

TARANTO – Qualche mese fail delegato del CoCeR Antonello Ciavarelli aveva lanciato l’allarme richiamando l’attenzione dei vertici militari nazionali e locali sul disastro ambientale e sanitario tarantino. Oggi, Ciavarelli può riferire il contenuto delle risposte ricevute. Riportiamo di seguito il suo comunicato stampa.

“È oramai noto anche a livello nazionale la profonda tragedia ambientale e sanitaria che vivono i cittadini di Taranto. Per dare l’idea del disastro, basta rifarsi ai dati noti anche tramite la stampa negli ultimi tempi. Oltre il 90% delle diossine emesse in Italia ed circa il 9% di quella emessa in Europa, proviene da Taranto. Le conseguenze nefaste stanno mortificando fortemente, oltre la salute, anche la storia e l’identità di un popolo. Ad esempio si è resa necessaria un’ordinanza del sindaco per vietare ai bambini di giocare sui terreni del quartiere adiacente alla zona industriale; è stata accertata la presenza di diossina nel latte materno; centinaia di capi di bestiame sono stati abbattuti perché ammalati a causa della diossina che hanno ingerito con gli alimenti; 800 mitilicoltori si sono ritrovati disoccupati perché nelle famose (fin dai tempi della Magna Grecia) cozze del Mar Piccolo è stata trovata una esagerata presenza di diossine, tale da ordinarne la distruzione, vietarne la vendita e l’allevamento. Lo scenario infernale è agli occhi di tutti coloro che entrano in città. Le strade sono di colore rosso, il cattivo odore è costante. Addirittura le cappelle mortuarie dell’adiacente cimitero, sono colorate di rosso per non dare l’impressione di essere sporche di minerali.

Tutto ciò non poteva lasciare indifferente e preoccupata la numerosissima comunità dei Militari e delle Forze di Polizia presenti in città. Dopo le delibere del Consiglio di base della Guardia di Finanza, anche i Consigli nazionali di Guardia Costiera e centrale della Marina Militare (pseudo sindacati militari) hanno chiesto ai vertici corrispondenti azioni di prevenzione e tutela della salute. A queste azioni si è unita anche la segreteria provinciale del SIULP, il sindacato di polizia più rappresentativo a Taranto che “esprime condivisione a tale iniziativa, ritenendosi attenta alla tutela della salute dei propri iscritti, in particolare per coloro che operano nella zona portuale”.  Nelle delibere oltre ad esprimere lo sconcerto per la succitata situazione, si chiede che negli ambienti di lavoro e nel porto vengano apposte le centraline per il monitoraggio/campionamento in continuo h24. Inoltre si è chiesto di procedere a visite preventive. Tali richieste sono anche state supportate da ben due interrogazioni parlamentari al Ministro della difesa. Sono state presentate dall’On. Di Stanislao e dall’on. Rugghia e on. Calipari (capo gruppo e vice-capogruppo in commissione difesa del Pd).

Nel frattempo le risposte molto puntuali, del Comandante Generale e del Capo di Stato Maggiore della Marina, non si sono fatte attendere. Così ha risposto il Comandante generale della Guardia Costiera: “in riscontro alla richiesta afferente l’effettuazione di monitoraggi ambientali per l’accertamento di eventuali agenti inquinanti nell’ambito portuale di Taranto, si rappresenta che è stato all’uopo interessata la Capitaneria di Porto di Taranto che ha prontamente provveduto ad investire della problematica la competente Azienda Sanitaria locale e l’Autorità portuale di Taranto per l’effettuazione dei monitoraggi/campionamenti ambientali. In merito l’Autorità portuale ha fatto conoscere che intende proseguire l’attività di monitoraggio dell’aria, ampliando anche alla matrice acqua, avendo in corso apposita attività istruttoria per la stipula di una convenzione con l’ARPA Puglia, i cui dati rilevati saranno resi pubblici per la più ampia conoscenza possibile anche attraverso il sito della citata agenzia per l’ambiente”.

A sua volta il Capo di Stato Maggiore della Marina ha risposto: “Nel prendere atto, di quanto segnalato con la delibera in parola, intendo dare ampia assicurazione che la Forza Armata è molto sensibile alle problematiche correlate alla tutela dell’ambiente nei luoghi di lavoro, e in generale alla salute del personale dipendente. In tale contesto ho disposto che gli Alti Comandi competenti per territorio, prendano contatto con le autorità locali, al fine di valutare a cura delle citate competenti autorità, l’effettuazione di appositi monitoraggio/campionamenti ambientali nei pressi delle strutture militari. Per quanto afferente agli aspetti ambientali ad oggi non risulta un protocollo di screening finalizzato ad una diagnosi precoce di patologie correlate con le sostanze inquinanti in questione. Al momento, comunque non si ha evidenza, tra il personale militare, di patologie correlate con le sostanze citate nella delibera. Ad ogni buon conto, ho dato disposizione agli organi sanitari di prestare la massima attenzione al fine di verificare se nell’ambito dei previsti controlli periodici o in qualsiasi altro momento dell’attività lavorativa del personale dipendente, dovessero sorgere indizi di patologie correlabili all’ambiente di lavoro”.

Tutto ciò è sicuramente di grande conforto per i rappresentanti. Come si può dedurre i vertici, per primi, hanno interpretato costruttive le richieste dei consigli di rappresentanza ed hanno mostrato sensibilità verso le questioni ambientali e sanitarie del proprio personale e della comunità nella quale i militari vivono. I recentissimi successi normativi in materia di amianto, sono un esempio di tale sensibilità all’interno della Marina, in particolare. L’aspetto più rilevante delle azioni dei vertici Marina Militare e Guardia Costiera, oltre che delle rappresentanze Militari, è sicuramente quello pedagogico nei confronti delle Istituzioni locali e dei cittadini. Infatti, un controllo più puntuale in varie zone della città e soprattutto nel porto, di cui si spera un potenziamento, porterà ad una maggiore presa di coscienza fra i cittadini della reale situazione ambientale/sanitaria. Per le industrie, le centraline che monitorizzano h24 soprattutto nella zona industriale del porto, saranno la prova del “9” per poter dimostrare il rispetto delle norme e quindi delle salute dei cittadini che convivono con la stessa industria. Viceversa, potrà essere l’occasione per migliorare la condotta e diminuire l’inquinamento.

Come rappresentanti del personale possiamo vantare sentimenti condivisi con l’amministrazione di appartenenza. Sentimenti che esprimono sensibilità alla tutela della salute dei nostri lavoratori, con lo scopo profondo di meglio adoperarsi per il bene del prossimo. La consapevolezza è che se vi è rispetto per se stessi (in questo caso di militari e cittadini), ci può essere rispetto per il prossimo. Solo così si può migliorare la qualità della vita, ed arrivare alla ricchezza morale e di conseguenza anche quella economica”.

Sulla vicenda interviene anche Alessandro Marescotti, presidente di Peacelink, che sottoscrive e rilancia l’iniziativa del CoCeR di richiedere maggiori controlli ambientali nel porto di Taranto installando nuove centraline che svolgano un campionamento in continuo nell’area portuale, uno dei punti più critici su cui già la magistratura ha concentrato la propria attenzione per la dispersione di polveri e l’inquinamento di aria e acqua. Sottolinea Marescotti: “Il fatto che ad occuparsi di ambiente non siano più solo le associazioni ambientaliste ma interi settori del mondo del lavoro, è il sintomo della fine dell’isolamento di una questione – quella dell’inquinamento – fino a qualche anno fa “confinata” nella dimensione dell’attivismo sociale e del volontariato civico-sanitario  – ed aggiunge – siamo in presenza di un’iniziativa ambientale e sanitaria importante e nuova che rivela quanto ormai sia matura la coscienza ambientale nell’ambito dei lavoratori della Marina Militare e proprio per questo sarebbe auspicabile che – sulla scia di quanto hanno fatto i rappresentanti dei militari – facessero altrettanto le rappresentanze sindacali dei tanti civili presenti nell’Arsenale Militare e nella Marina Militare in generale”.

3 Comments on "Disastro ambientale e sanitario, attenzione alta tra i militari. La risposta dei vertici nazionali"

  1. Grazie Rosa per aver segnalato quei due link. Per onestà intellettuale è giusto ricordare a tutti che la Marina Militare non è esente da responsabilità sul fronte inquinamento. E’ una relazione tecnica del Servizio Gestione Rifiuti e Bonifica della Regione a dire chiaramente che una fonte primaria sono le “Aree a terra gestite dalla Marina Militare (Arsenale), in cui la presenza di PCB è stata accertata nei terreni e nella falda superficiale; la contaminazione è veicolata dalla falda superficiale, che in quei luoghi ha come recapito le sponde del Mar Piccolo a nord di via del Pizzone”. Senza dimenticare il contribuito dato in Mar Grande con la nuova base navale… Va bene prendersela con la grande industria per le sue responsabilità oggettive ma non vanno dimenticate altre verità scomode.

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